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Articolazione e progressione pluriennale   versione testuale
 Il PIF prevede due diverse focalizzazioni per descrivere l’offerta formativa: il tipo di evento e/o il livello.
a. In relazione al tipo di evento formativo si distingue tra:
- Formazione di base, in riferimento ai diversi ruoli da assumere in Caritas.
- Formazione in servizio (specifica/operativa), in riferimento alle diverse mansioni e attività svolte.
- Formazione permanente su temi di base e identitari.
- Ricerca-formazione intorno ad alcuni “temi generatori” ritenuti di particolare interesse, quali ad esempio: stare in relazione con l’altro, collaborare, integrare, apprendere dall’esperienza, stare in gruppo, avere un metodo, animare comunità, comunicare, gestire i conflitti, dono e gratuità, ascoltare, aggregare, stare in uscita, legalità, l’incontro con il limite e la complessità, sostare nelle contraddizioni.
b. In relazione al livello si distingue tra:
- Formazione nazionale
- Formazione regionale
- Formazione diocesana
- Formazione zonale/parrocchiale
Tipologie di strumenti
Nel PIF saranno utilizzati molteplici strumenti formativi in relazione ai bisogni formativi che ciascuna iniziativa prenderà in esame e in relazione a diverse prospettive formative. 
In particolare nel PIF, oltre alle tradizionali iniziative formative basate sulla condivisione e trasferimento di saperi (Corsi, Seminari, Convegni-Incontri), s’intende valorizzare esperienze già presenti in Caritas, di condivisione tra pari (Scambi, Gemellaggi, Affiancamenti) e di costruzione di saperi a partire dalle esperienze (Per-corsi, Laboratori di apprendimento esperienziale, Gruppi di ricerca formativa, Sperimentazioni formative).
Il PIF sarà occasione, altresì, di un utilizzo integrato di esperienze innovative come l’uso della piattaforma E-learning e di produzione di sussidi o valorizzazione di quelli già esistenti a livello diocesano.
Per-corsi: ovvero un’iniziativa formativa particolarmente lunga (da uno a due anni), che offre ai partecipanti un significativo lavoro di approfondimento intorno ad aspetti di ruolo e di apprendimento di specifiche competenze.
Corsi: s’intende un’iniziativa formativa che pone in primo piano uno specifico contenuto o competenza/capacità da svilupparsi in un tempo medio breve (da sei mesi a un anno).
Scuole estive e/o invernali: si intende un’iniziativa formativa di tipo residenziale, di breve durata (max 15 gg), che combina momenti di spiritualità, approfondimento specialistico, laboratori di apprendimento esperienziale, seminari e vita comune.
Laboratori di apprendimento esperienziale: si tratta d’iniziative formative centrate su un processo di apprendimento esperienziale guidato, che utilizza il gruppo e le sue dinamiche come strumento di formazione. Possono avere anche una durata breve.
Seminari: si tratta d’iniziative formative di breve-brevissima durata nelle quali sviluppare il confronto e lo scambio su argomenti mirati, con processi formativi basati sul rapporto tra esperto e partecipanti.
Scambi: ovvero un’iniziativa formativa nella quale il fulcro è dato dallo scambio che avviene tra chi ospita un gruppo in scambio e chi si reca a conoscere una determinata esperienza. Entrambi i soggetti sono chiamati a un lavoro di costruzione (di cosa si cerca e di cosa si ha da offrire) che contribuisce allo sviluppo dell’identità e della consapevolezza della specificità di ciascuno.
Gemellaggi: si tratta di un’iniziativa formativa nella quale una sede operativa Caritas diocesana s’impegna a sostenere – per un determinato periodo (generalmente di qualche mese) – un’altra sede operativa, l’équipe o gruppo ristretto di un’altra Caritas diocesana, svolgendo una funzione di supporto alla costruzione dell’identità e delle competenze a partire dalla possibilità di vivere alcuni periodi insieme.
Affiancamenti: s’intende la possibilità per un gruppo di lavoro (per es. Equipe Caritas) di essere affiancati da un formatore, facilitatore esperto della rete Caritas, nell’analisi e revisione di processi di lavoro, elaborazione di iniziative formative a livello locale, progettazione di altre iniziative.
Comunità professionali: si tratta di gruppi tra operatori con l’obiettivo di produrre conoscenza organizzata, e di qualità, cui ogni membro ha libero accesso attraverso lo scambio di buone pratiche e momenti di approfondimento specialistico.
Gruppi di ricerca formativa: è una modalità attraverso la quale operatori con analoghi livelli di competenze possono condividere un percorso di ricerca, che produce apprendimenti laddove riguardi aspetti connessi all’agire, alle metodologie, alle tecniche.
Sperimentazioni formative: con questo termine s’intende esperienze pilota che rappresentano una prova nel sistema operativo, al fine di verificare la praticabilità di determinate ipotesi, supportata da un importante apparato scientifico (monitoraggio e valutazione) al fine di pervenire alle considerazioni valutative attese.
Coordinamenti tematici: intendendo valorizzare quei luoghi già presenti nell’organizzazione del servizio pastorale della Caritas lì dove abbiano (come spesso accade) specifici obiettivi di formazione (sia specifica che permanente).
Convegni-incontri: s’intende la possibilità di veicolare contenuti teorici, culturali e anche metodologici-operativi in giornate/incontri di convegno, senza prevedere, necessariamente, uno spazio per l’approfondimento e discussione in sottogruppi.
Piattaforma E-learning: è un’opportunità integrativa di tutte le azioni sopra indicate come spazio per la raccolta ordinata dei materiali prodotti/utilizzati nelle stesse, come luogo di raccolta di esperienze, buone prassi e profili di competenze specifiche ma anche per sviluppare azioni di confronto e formazione a distanza.
Catalogo delle opportunità formative esterne a Caritas: s’intende un catalogo di opportunità formative promosse da agenzie e organizzazioni attente ai temi del sociale, con cui si potrebbero sviluppare processi di partnership e da cui attingere per lo sviluppo, a livello locale, di specifiche iniziative formative.
Tempi e risorse
Il piano, in fase di realizzazione, sarà sviluppato nell’arco di un triennio. Sono previste dei momenti di monitoraggio e valutazione del processo avviato con la collaborazione delle Caritas presenti su tutto il territorio nazionale.
Per la realizzazione del PIF si sta facendo ricorso sia a risorse specifiche destinate da Caritas Italiana sia a risorse ad hoc (relative alle persone, agli aspetti economici e agli strumenti) messe a disposizione dalle Caritas diocesane e dalle Delegazioni Regionali.