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Programma anno pastorale 2015-2016   versione testuale
 L’azione Caritas si articola nell'anno pastorale 205-2016 dentro questa cornice:

il magistero di Papa Francesco, con l’Evangelii Gaudium e l’Enciclica “Laudato si’”;

gli Orientamenti Pastorali della CEI “Educare alla vita buona del vangelo” e quelli per l’annuncio e la catechesi in Italia “Incontriamo Gesù”, il V Convegno della Chiesa Italiana sul tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”;

e - nel cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II - l’Anno Santo della Misericordia che si aprirà l’8 dicembre 2015, solennità dell’Immacolata Concezione, e si concluderà nella solennità liturgica di Gesù Cristo Signore dell’universo, il 20 novembre 2016.

Il riferimento comune è Cristo:

egli “invitava a riconoscere la relazione paterna che Dio ha con tutte le creature” (Laudato si’ n. 96);

attraverso di lui passa il destino dell’intera creazione (LS n. 99);

è contemplato come fonte di dirompente gioia (Esortazione del Papa),

viene colto come motivo di rinnovato incontro e amore fraterno (Orientamenti della CEI),

è pensato come leva per un umanesimo che sempre si rinnova nel contesto post-moderno (Convegno Ecclesiale di Firenze),

viene infine riconosciuto come custode della vita della Chiesa, dell’umanità intera e dell’universo su cui invochiamo la sua misericordia per una feconda storia da costruire con l’impegno di tutti nel prossimo futuro (Giubileo della Misericordia ed Enciclica “Laudato si’”).

Un futuro che in una prospettiva ancora più ampia ha visto l’adozione del piano strategico di Caritas Internationalis “Una sola famiglia umana: prendersi cura della creazione” (“One human family, caring for creation”). Un titolo che ribadisce il concetto di una sola famiglia umana, premessa della campagna sul diritto al cibo portata avanti in questi ultimi due anni, e al contempo focalizza l’attenzione per l’avvenire sulla cura del creato, in sintonia con quanto più volte espresso da papa Francesco che ha appena pubblicato la sua attesa nuova enciclica con grande rilievo proprio alla cura del creato e all’ecologia integrale come nuovo paradigma di giustizia. Già in questo anno 2015 le Caritas sono chiamate a grandi sfide: è l'anno che sancisce il termine degli Obiettivi di sviluppo del Millennio e in cui vengono lanciati gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. I governi dal 30 novembre all’11 dicembre negozieranno un nuovo accordo sul clima nella Conferenza di Parigi, organizzata dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

In particolare per il servizio delle Caritas, dal livello internazionale al nazionale e al diocesano, l’invito è a non attardarsi su una pastorale di conservazione – di fatto generica, dispersiva, frammentata e poco influente – per assumere, invece, una pastorale che faccia perno sull’essenziale, facendo tesoro delle linee di orientamento e di azione del magistero.

In EG al n. 179 Papa Francesco sottolinea che “La Parola di Dio insegna che nel fratello si trova il permanente prolungamento dell’Incarnazione per ognuno di noi…”. “Per ciò stesso «anche il servizio della carità è una dimensione costitutiva della missione della Chiesa ed è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza». Come la Chiesa è missionaria per natura, così sgorga inevitabilmente da tale natura la carità effettiva per il prossimo, la compassione che comprende, assiste e promuove”. Una Chiesa che prende l’iniziativa, è capace di coinvolgersi, accompagnare, coordinare, portare frutti ed esprimere la gioia del servizio, come tratteggiata nell’Enciclica Lumen Fidei e nell’ Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, da cui emerge anche l’intima connessione tra fede e carità e - in continuità con l’Intima Ecclesiae Natura di Benedetto XVI – una scelta di fede che diventa impegno di carità e immersione nelle periferie dell’umanità che a sua volta è continua riscoperta della fede.

Come emerso anche dal confronto con le Delegazioni regionali siamo chiamati dunque con grande capacità di discernimento a:

occuparci creativamente di poveri e povertà in un contesto mutevole, vale a dire in maniera sempre nuova, dinamica, generativa

cooperare nel territorio costruendo collaborazioni a favore del bene comune e generando alleanze

ripensare, conseguentemente, la funzione del coordinamento e della progettazione sociale, come leve per una effettiva ed efficace pastorale integrata

formare, nella consapevolezza che la formazione è un campo d'azione strategico e necessario per Caritas, che consente di declinare il ricordato impegno educativo fondamentale del mandato statutario. A questo riguardo va sottolineato il percorso per la costruzione del Piano Integrato Formativo.

In particolare, nella chiave del tema del Convegno Ecclesiale, è emersa l’esigenza che la formazione punti anche a proporre un umanesimo sociale, aperto al trascendente ma anche solidale, attingendo alla Dottrina sociale della Chiesa, e “per servire i fratelli nel corpo e nello spirito”. I poveri e le persone che soffrono ritornano spesso nelle riflessioni delle Delegazioni come “luogo teologico” da abitare, in cui sostare, e stimolo al discernimento.

In quest’opera di “discernimento dinamico”, oltre alle grandi linee sopra ricordate, ci aiutano e ci orientano altri documenti e appuntamenti ecclesiali: il documento della Chiesa italiana per il decennio che stiamo vivendo, Educare alla vita buona del Vangelo, i “Lineamenta” per il Sinodo ordinario “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo” (4-25 ottobre 2015).

Occorre chiedersi ancora che cosa sia necessario cambiare seguendo la prospettiva di un’autentica conversione pastorale, sempre da perseguire e mai da considerare integralmente raggiunta. L’attenzione ai soggetti sarà sempre necessaria, sia per recuperare il realismo delle alleanze, della sinodalità e della comunione, come pure della promozione delle persone, anche in prospettiva di una pastorale integrata e di azione sociale il più possibile mirata.

Nella “Misericordiae Vultus”, Bolla di indizione del Giubileo straordinario, papa Francesco sottolinea che la misericordia è la parola-chiave per indicare l’agire di Dio verso di noi e quindi sarà anche l’architrave che sorregge la vita della Chiesa (cfr. n. 11-12). Gli atteggiamenti comportamentali verso gli altri ne sono conseguenza logica e infatti, scrive il Papa, “in questo Anno santo, potremo fare esperienza di aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali… situazioni di precarietà e sofferenza presenti nel mondo di oggi”.