I colori più belli   versione testuale
Dal Guatemala: casco bianco Francesca Lupo

Dall’arcobaleno al bianco, dalle differenze all’uguaglianza,
dalle molteplicità all’unione, dalla pluralità di culture
all’unica razza esistente, l’umanità... (Francesca)
 
      "Con i nostri pastelli
coloriamo il mondo
dei colori più belli.

Dov'è nero facciamolo verde
come foglia di primavera
allegro come una bandiera.

Dov'è vecchio facciamolo nuovo,
dove c'è guerra portiamo pace,
dov'è povero facciamolo d'oro
sarà il nostro capolavoro"
  
 
 
È un messaggio d’amore, speranza e amicizia scritto da un arcobaleno di piccoli ometti e donnine, precisamente quello che ogni mattina colora una delle aule della scuola elementare di via Scarfoglio, a Pescara.

In una tiepida mattina di ottobre, quando il mio orologio biologico ancora stentava a scandire il tempo al ritmo italiano, questo arcobaleno di speciali esserini mi ha travolto con la propria gioia, curiosità, manine e sorrisi. Chiacchierando come vecchi Amici mi hanno insegnato che il Guatemala è l’Italia e l’Italia è il Guatemala perché in qualsiasi paese è valido quanto scritto sulla porta d’ingresso della scuola Esmeralda presso la comunità Cpr (Comunidades Populares en Resistencia): "Nuestra lucha es la semilla del futuro": la nostra lotta è il seme del futuro.

Mi hanno pazientemente spiegato che la loro lotta si combatte con tutti i colori, senza discriminazioni, perché ogni singola sfumatura è necessaria per creare il colore più puro, l’unico in grado di rifletterli tutti: il bianco. Il colore del loro candore che è lo stesso indipendentemente dalla loro pelle, immutabile, come il rosso del mais e del sangue.
Dall’arcobaleno al bianco, dalle differenze all’uguaglianza, dalle molteplicità all’unione, dalla pluralità di culture all’unica razza esistente, l’umanità.

Sempre nella stessa tiepida mattina d’ottobre si è manifestata con un’insistente spontaneità la voglia di questi folletti di conoscere la vita, i giochi, le case, i cibi, le favole, la musica… e quant’altro dei loro Amici in Guatemala. Ed è così che abbiamo pensato di continuare questo dialogo d’amicizia nella stessa semplice maniera in cui è cominciato: con il linguaggio dei colori che trova forma in uno scambio di disegni.

Una cooperazione autentica ed artistica tra pittori piccini che, forse, con la loro arte sono i soli in grado d’instaurare una relazione tra i paesi non più verticalizzata, tipica del Nord e del Sud del mondo, ma orizzontalizzata, aperta al dialogo e al confronto. Sono questi artisti bonsai i soli in grado di restituire colore e vivacità alla realtà di noi adulti ormai trasformata in una sbiadita foto in bianco e nero.

Sono pacifici guerriglieri in miniatura determinati a portare il loro messaggio a destinazione e per questo mi hanno affidato i colori più belli, disegni e persino un video da recapitare ai Compagni del Peten. Credono fermamente in questa fratellanza, in questo ponte di colori che mi hanno invitata a percorrere senza lasciarmi sola, anzi tenendomi per mano, sostenendomi in caso di caduta e orientandomi in caso di smarrimento. Non è proprio possibile disattenderli perché conquistano con il potere dell’Amore.

Sono un severo esempio di concreta partecipazione dal basso e un insegnamento per noi adulti che in qualche modo dobbiamo essere rieducati all’idea che le grandi cose si costruiscono a piccoli passi e che, se c’è motivazione e convinzione in ciò che si fa, allora i risultati sono opere d’arte e in quanto tali non soggette all’erosione del tempo. Ci vogliono poche parole e tanti semplici e quotidiani fatti per illuminare questo mondo, per uscire dall’oscurantismo.

Cari Amici adulti, non possiamo proprio avere paura e tirarci indietro, sono il seme del futuro e un altro mondo è possibile soprattutto per loro; lo dobbiamo prima a loro e poi a noi stessi. Ci hanno teso le manine, le abbiamo strette e il legame si è creato e non ci resta che seguirli in questo cammino di colori, fratellanza e pace.

Impegniamoci ad appoggiare e accompagnare questi eccezionali maestri nella costruzione di numerosi ponti d’arcobaleni tra culture diverse, e lasciamoli liberi di aiutarci a ritrovare il sorriso e la sensibilità di cogliere tutte le sfumature. Questo è stato il senso del mio mese trascorso in Italia.
 
Novembre 2005