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Diario da Haiti - 8 gennaio 2013   versione testuale

Iniziata il 7 gennaio ad Haiti, a tre anni dal sisma che ha colpito il paese caraibico, la visita di una delegazione ufficiale di Caritas Italiana, guidata dal Direttore don Francesco Soddu. Nel racconto di Maria Chiara Cugusi (Caritas diocesana di Cagliari) la cronaca del secondo giorno di incontri, insieme al Vis (volontariato internazionale per lo sviluppo).

Tre progetti portati avanti dal Vis (volontariato internazionale per lo sviluppo) promosso dal Centro Nazionale Opere Salesiane, grazie al finanziamento di Caritas Italiana. Una scuola primaria, un centro polifunzionale giovanile e attività di sostegno al micro-credito per le famiglie in difficoltà. Il quartiere è quello di Cite Soleil, uno dei più instabili di Haiti, caratterizzato da un elevato tasso di criminalità. Ecco perché l’attività di prevenzione mirante a creare nuove opportunità per i giovani assume un valore emblematico.
 
La scuola primaria presbiterale Notre Dame de Lourdes, nel villaggio di Les Rapatries a Bas Fontaine (a Cite Soleil) è in fase di completamento: entro l’anno accoglierà 480 ragazzi (360 nella scuola primaria e secondaria e 120 nella materna). Una scuola attesa da anni, destinata ai bambini del villaggio, che dal 2003 fanno lezione all’aperto, sotto dei tendoni, proprio accanto al cantiere della nuova scuola. «Questa costruzione costituisce un traguardo raggiunto dopo dieci anni - racconta Jean Robert Guerrier, direttore della scuola- : è un progetto molto sentito dalla gente della zona». In costruzione anche il blocco sanitario, la zona ricreativa, i campi da basket e la cisterna di acqua piovana. Caritas Italiana sta finanziando, oltre alla struttura, il sostegno scolastico e la formazione dei professori, divisa in corsi di aggiornamento e di riqualifica professionale finalizzata all’abilitazione all’insegnamento.
 
Ad accogliere la delegazione Caritas, gli insegnanti, gli operai del cantiere e gli studenti.  «Insegno al quarto anno - racconta Prévilus Renald - e vi ringrazio per la vostra presenza. Vorrei che queste visite fossero più frequenti, per poter constatare la realizzazione dei lavori». Accanto a lui, altri professori e alcuni operai del cantiere: «Vi ringrazio a nome della comunità - sottolinea Emile René - : spero che ci sarà una continuità per questi progetti che rappresentano il nostro futuro». Gli studenti attendono con entusiasmo l’apertura della nuova scuola. Chi ha terminato il sesto anno potrà finalmente iscriversi al settimo e completare il ciclo di studi delle scuole primarie (nove anni in tutto). Un segnale tangibile di speranza, una delle poche scuole in un quartiere di oltre 20mila persone.  «Mi aspetto che nella nuova scuola ci sia anche un ambulatorio - dice Youselanda, quarto anno - : spesso i bambini non frequentano le lezioni per la febbre o per il mal di pancia e spero che possano essere curati».
 
A pochi chilometri dal villaggio di Les Repatries, c’è il cantiere del centro polifunzionale per i giovani, finanziato da Caritas Italiana: i lavori verranno completati quest’anno. Una struttura di due piani: al pian terreno un palco per gli spettacoli e una grande sala centrale. Il secondo piano sarò destinato alle altre attività ricreative, dal doposcuola per i bambini ai corsi di informatica.  La fascia d’età è molto ampia: dai 6 anni fino ai 25 anni. Il quartiere è quello di San Francois de Sales, cuore di Cite Soleil, una realtà complicata, in cui i padri salesiani da anni sono impegnati in progetti finalizzati a creare opportunità per i giovani. «La nostra finalità è portare avanti un’azione preventiva - spiega Sara Persico, responsabile Vis ad Haiti - , offrendo proposte concrete per i ragazzi, che altrimenti sarebbero coinvolti in forme di criminalità». Con questo obiettivo, sono stati pensati progetti formativi e di inserimento professionale affidati alla comunità salesiana che ruota attorno a padre Elan Florival, parroco di Cite Soleil. «I progetti della Caritas - spiega padre Elan - costituiscono la risposta a ciò che la gente chiede, per esempio la possibilità concreta di imparare un mestiere. Inoltre, viene data ai ragazzi l’opportunità di potersi esprimere attraverso iniziative culturali, in un paese in cui la cultura ha un ruolo fondamentale».
 
Il terzo progetto, finanziato da Caritas Italiana e dal Vis, riguarda il sostegno socio-economico, con attività generatrici di reddito, e il sostegno sanitario alle famiglie del campo sfollati di Thorland (chiuso negli ultimi mesi del 2011). I sussidi economici forniti si intrecciano a una formazione di base capace di supportare le famiglie nella gestione di piccole attività commerciali. In tutto 500 famiglie beneficiarie, per il 97% donne (spesso sole e con bambini a carico), considerate più affidabili per la restituzione del finanziamento ricevuto,  prevista entro i sei mesi successivi. Finora, il bilancio è molto positivo: «Diverse famiglie - racconta Sara Persico -, grazie alle capacità acquisite con i nostri progetti, hanno avuto la possibilità di accedere alle forme di credito formale, perché considerate interlocutrici credibili».