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Sabato 21 Marzo 2015
La scomparsa di don Giuseppe Pasini: l'affetto, la riconoscenza e la preghiera della Caritas   versione testuale

La famiglia Caritas saluta con affetto e riconoscenza Mons. Giuseppe Benvegnù Pasini che si è spento a Padova, all’età di 82 anni, nello stesso giorno, il 21 marzo, in cui due anni fa moriva Mons. Giovanni Nervo.  Si unisce alla preghiera di tutta la Chiesa ed esprime particolare vicinanza alla sorella Caterina e e agli amici della Fondazione Emanuela Zancan di cui era Presidente.
Per 24 anni don Giuseppe ha operato in modo significativo all’interno di Caritas Italiana, che ha diretto dal 1986 al 1996, accompagnandone e orientandone il  cammino fin dal suo primo avvio, accanto a Mons. Nervo, e nei decenni successivi (vedi nota biografica). 
 
Tutto il lavoro della Caritas Italiana è stato reso possibile, grazie alla struttura interna, cioè ai numerosi operatori, che si sono via via susseguiti, che si sono fatti carico del lavoro crescente della Caritas, con un ammirevole senso di corresponsabilità, ma anche con la creazione di un clima di famiglia, dove si condividono i momenti di gioia e quelli di sofferenza”.
Questo il ricordo più bello che don Pasini ha conservato della sua lunga presenza nell’organismo pastorale Caritas. Lo ha sottolineato lui stesso, intervenendo alla presentazione del volume “La grammatica della carità”, edizioni EDB, che Caritas Italiana gli ha dedicato in occasione dei suoi ottant’anni.
Ed ha poi aggiunto: “Questo è anche l’augurio che faccio alla Caritas Italiana: di saper conservare nel suo sviluppo che andrà crescendo nel tempo, lo spirito di una comunità di fede e di carità reciproca fra tutti i suoi operatori: sarà la più bella pubblicità alla propria missione evangelica”.
Infine, richiamando le radici, ha voluto indicare ancora una volta i sentieri lungo cui procedere. “La Caritas ha il dovere di rinnovarsi, rispondendo alle attese dei tempi nuovi, ma il rinnovamento deve rispettare la propria identità, e quanti vi operano è bene che conoscano da dove si è partiti, quali erano le aspettative della Chiesa che l’ha fondata e in particolare di quel grande Papa che fu Paolo VI, che considero, al di là delle competenze formali, il vero fondatore e animatore della più bella realtà ecclesiale italiana, fiorita nel dopo Concilio. Ringrazio il Signore di avermi concesso questa grazia e ringrazio di nuovo tutti voi”.
Solo pochi giorni fa, ricevendo la telefonata di un altro Papa, Papa Francesco, don Giuseppe ha voluto di nuovo ringraziare il Signore, offrendo la sofferenza della sua malattia a sostegno dell’enorme compito di riforma della Chiesa che il Santo Padre sta portando avanti.

Oggi siamo invece noi che ringraziamo il Signore per il dono di un testimone di fede limpido e coerente fino all’ultimo giorno come don Giuseppe Pasini, apostolo di una carità aperta a tutti ma preferenziale verso i poveri, sempre impegnata a promuovere la giustizia e a liberare i poveri dalla dipendenza altrui.

Caro don Giuseppe, “i vecchietti hanno tutti bisogno di affetto” dicevi sorridendo ogni volta che ricevevi la sorpresa di una visita o di una telefonata. E l’affetto di tutta la Caritas siamo certi ti ha seguito anche in questo passaggio e resterà accanto a te, così come la preghiera ci terrà uniti, nella certezza che i tanti semi da te sparsi senza sosta, continueranno a dare splendidi frutti di carità.