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Graziella Fumagalli, medico e testimone con la vita in Somalia   versione testuale

Graziella Fumagalli nasce a Casatenovo, allora provincia di Como, oggi territorio lecchese, il 24 agosto 1944. Terza di nove figli, dopo la scuola dell'obbligo è costretta a lavorare per proseguire gli studi.
  
Nel 1971 consegue la maturità scientifica, mentre prende sempre più corpo il desiderio di diventare medico. Nel 1980 si laurea in medicina e chirurgia. Nella prima metà degli anni Ottanta è assistente di patologia e chirurgia al'università di Milano e successivamente si specializza in chirurgia pediatrica a Parigi.
 
Al curriculum aggiunge, nel 1989, un corso di medicina tropicale. Da quel momento diventa realtà il suo desiderio coltivato per anni di aiutare i poveri del Sud del mondo.
  
Dal 1989 al 1993 è capo medico del Progetto integrato Sanità e Acqua in Guinea Bissau. Dal 1993 al 1994 è capo medico del Progetto integrato Sanità Mozambico.
 
Nel 1994 dirige il Centro anti-tubercolosi della Caritas Italiana a Merca, in Somalia, con 100 pazienti ricoverati e più di 400 ambulatoriali. Graziella accetta l'incarico con la determinazione di sempre, respingendo pressioni e minacce, e non privilegiando nessun clan o fazione.
 
La mattina del 22 ottobre 1995, nella domenica che i cristiani nel mondo dedicano alla preghiera per le missioni, Graziella Fumagalli, all'età di 51 anni, viene uccisa nel Centro antitubercolare che l'aveva vista instancabile testimone di carità per 16 mesi.
  
La Caritas Italiana ha voluto ricordarla con un libro dal titolo "Ho nascosto il mio volto" (Ed. Emi), che ne ricostruisce l'avventura umana, professionale e spirituale, e tenta di far luce su quel buco nero chiamato Somalia.
 
Leggi l'introduzione del libro: