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Lunedì 24 Marzo 2014
24/03/2014 - Famiglia e sfide dell'immigrazione: mercoledì 26 marzo viene presentato il Rapporto 2014 del CISF   versione testuale
Il Rapporto Cisf 2014 sulla famiglia in Italia è dedicato quest’anno alla grande questione dei movimenti migratori che interessano il nostro Paese, e soprattutto alla relazione tra immigrazione e dimensione familiare. Infatti, se , è vero che volevamo braccia, sono arrivate persone, è ancora più vero che volevamo lavoratori, sono arrivate famiglie. Di seguito il programma della presentazione.
  

 
Per informazioni rivolgersi a: Cisf, Centro Internazionale Studi Famiglia,  Via Giotto 36, 20145 Milano, Tel.: 0248072703, www.cisf.it, cisf@stpauls.it, Cell.: 3397537059 - Iscrizioni on line - clicca qui
  
Il Rapporto Cisf conferma un dato ben conosciuto da tutti gli operatori del settore, cioè la crescente importanza della dimensione familiare delle migrazioni, soprattutto attraverso il meccanismo dei ricongiungimenti familiari. Ciò evidenzia un crescente radicamento dei migranti, e anche una maggiore facilità di integrazione sociale dato che le famiglie sono più orientate alla stabilità, all’inserimento sociale.
 
È proprio nella lettura dell’atteggiamento degli italiani verso l’immigrazione la novità più interessante del Rapporto Cisf 2014, che ha raccolto per la prima volta le opinioni di 4.000 famiglie italiane, descrivendo i diversi atteggiamenti, le paure e le rappresentazioni del fenomeno migratorio. In questo senso la presenza dei bambini figli di immigrati nel sistema scolastico si conferma una grande opportunità di integrazione per i minori e per le loro famiglie, pur nelle oggettive difficoltà che la scuola sperimenta. Proprio attraverso la scuola, con una oculata ed esplicita gestione delle sue potenzialità di facilitatore di integrazione per alunni e genitori, si potrebbero contenere i rischi di una possibile chiusura nei confronti delle famiglie immigrate
 
Proprio per questo diventa urgente risolvere in termini positivi la questione della cittadinanza ai minori nati in Italia da genitori stranieri, troppo a lungo rimasta intrappolata in una sterile contrapposizione ideologica tra rigidi difensori dello ius sanguinis e altrettanto rigidi cantori di uno ius soli senza vincoli o criteri. L’evocativa ipotesi  di uno ius culturae, capace di tenere insieme in modo equilibrato questi modelli ideali, ci pare una giusta prospettiva da perseguire, anche se va naturalmente riempita di precisi ed affidabili percorsi.
 
Un capitolo del Rapporto è dedicato all'esperienza di Caritas Italiana  “Rifugiato a casa mia”: l’accoglienza da famiglia a famiglia.
Caritas Italiana ha deciso, nel corso del 2012, di intraprendere una sperimentazione dai tratti innovativi: l’accoglienza di rifugiati presso famiglie residenti in Italia. Il progetto consiste nella sperimentazione di forme di accoglienza in famiglia di richiedenti protezione internazionale e/o rifugiati (40 in tutto) da attivare attraverso il circuito delle Caritas diocesane già impegnate in attività rivolte a questa particolare categoria di beneficiari. Scopo del progetto è di assegnare centralità alla famiglia, concepita come luogo fisico e insieme come sistema di relazioni in grado di supportare il processo di inclusione delle persone.