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Martedì 10 Febbraio 2015
Immigrazione: basta morti, necessario rendere il Mare Mediterraneo sicuro   versione testuale

«L’ennesima tragedia del mare avvenuta lunedì 9 febbraio al largo di Lampedusa ha nuovamente confermato l’inadeguatezza dell’operazione Triton come unica misura per la gestione dei flussi migratori e la sua limitatezza nel portare soccorso ai migranti in mare». Lo dichiarano in un comunicato congiunto Ai.bi, Amnesty International Italia, Caritas Italiana, Centro Astalli, Fondazione Migrantes, Emergency, Intersos, Save the Children e Terre des Hommes, che chiedono al Governo Italiano e all’Unione europea «un reale cambio di rotta nelle politiche sull’immigrazione».

«Occorre aprire immediatamente - proseguono - canali sicuri e legali d’accesso in Europa, per evitare ulteriori perdite di vite in mare, che consentirebbe di gestire un fenomeno ormai stabile e probabilmente in aumento. Contemporaneamente, le organizzazioni chiedono all’Italia e all’Unione europea di rafforzare ulteriormente le operazioni di ricerca e soccorso in mare e di avviare politiche che garantiscano la protezione e la tutela dei diritti umani di rifugiati, migranti e richiedenti asilo che attraversano il Mediterraneo». Per esse «non è più tempo di affrontare il fenomeno dei flussi migratori di persone in fuga da guerre, persecuzioni e povertà con azioni insufficienti e poco efficaci. L’Operazione Mare Nostrum ha ampiamente dimostrato che l’Europa può affrontare meglio questo problema, dando priorità alla ricerca e al salvataggio in mare. Tuttavia è necessario un impegno diverso e condiviso in tutta Europa che preveda il dispiegamento congiunto di mezzi e risorse, con approcci e strumenti realmente utili a salvare vite umane e non solo a pattugliare le nostre coste, oltre a politiche di immigrazione e asilo che diano priorità alla dignità delle persone».

Sempre oggi un analogo appello è stato espresso da Caritas Europa che ha deplorato la chiusura di "Mare Nostrum" e ricordato come «vite umane vengono perse ogni giorno alle frontiere esterne dell'UE. Queste tragedie devono essere affrontate al più presto. Le persone vengono in Europa per cercare protezione internazionale o una vita migliore. L'Europa non può chiudere gli occhi davanti a questi drammi».