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Lunedì 5 Ottobre 2015
Repubblica Centrafricana: crisi politica, non conflitto religioso   versione testuale

A più di una settimana dalla nuova ondata di violenze che hanno investito Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana (vedi scheda Paese), il bilancio delle vittime è di 36 morti e oltre 100 i feriti. Presi di mira soprattutto giovani e donne. Centinaia le persone che sono fuggite riparandosi prevalentemente presso chiese ed altre strutture ecclesiali.

L’Arcivescovo di Bangui ha incontrato gli sfollati esprimendo vicinanza e, grazie all’équipe della Caritas di Bangui, ha istituito un gruppo di lavoro per l’organizzazione degli aiuti. Le persone in fuga si trovano prive di ogni cosa e nonostante la calma apparente che regna in città, non possono uscire dai centri dove sono accolte se non a rischio di essere colpite o aggredite. L’Arcivescovo si è fatto promotore di un appello congiunto per la pace con l’Imam musulmano e il rappresentante della chiesa protestante. La collaborazione tra leader religiosi è ormai consolidata sin dall’inizio della crisi che sta sconvolgendo il paese ormai da quasi tre anni. Una crisi politica mascherata da conflitto religioso. Per questa ragione gli esponenti delle principali confessioni hanno intrapreso un’intensa opera di sensibilizzazione per diffondere un messaggio di pace tra le comunità, denunciando fortemente la strumentalizzazione della religione per interessi di parte a carattere politico e geografico ad opera dei diversi gruppi armati.

Caritas Italiana è da anni accanto alla Chiesa centrafricana supportandola nel suo impegno per l’assistenza agli sfollati e la pace ed è in costante contatto con Caritas Centrafrica sostenendo in particolare gli interventi messi in atto dalla Caritas Bangui.